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CRONACHE DI SPOGLIATOIO - Calzona: "Ho dato un urlo per la gioia di essere al Napoli, quando il Napoli mi ha chiamato stavo comprando del pesce, Sinatti grande professionista, Kvara è cresciuto tanto, con Hamsik c'è stima reciproca, Sarri? Faceva il promotore finanziario quando l'ho conosciuto, gara col Barcellona? Giocheremo a viso aperto per raggiungere l'obiettivo, non dobbiamo avere rimpianti"
11.03.2024 13:30 di Napoli Magazine

NAPOLI - Francesco Calzona, allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Cronache di Spogliatoio. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Dov'ero quando mi ha chiamato De Laurentiis? Sul lungomare, aspettavo un peschereccio che rientrava per il pesce fresco, volevo comprare un po' di pesce ed ho ricevuto la telefonata di un dirigente del Napoli. Chiaramente non ho comprato il pesce. Non ho mai avuto il minimo dubbio, la comfort zone non fa per me. Il Napoli fa parte della mia vita, tornare a Napoli e provare a dare una mano al Napoli in questo momento per me era una grande cosa. Venivo su dalla Calabria con la macchina a noleggio, ho tirato giù il finestrino e ho tirato un urlo perchè mi era salita talmente tanta adrenalina per la gioia di essere al Napoli. Se essere già conosciuto da gran parte dello spogliatoio mi ha aiutato ad avere subito  fiducia e rispetto? Può aiutare senza dubbio, ma poi per ottenere rispetto devi dare rispetto, indipendentemente se sei il 'capo'. La mia filosofia è questa, io ho iniziato a dare dal primo giorno rispetto a loro e loro hanno risposto allo stesso modo dal primo allenamento che abbiamo fatto. Sinatti? E' un grandissimo professionista, penso che sia uno dei migliori in circolazione in questo momento, oltretutto lui ha battezzato mia figlia, siamo amici di vecchia data, abbiamo un'amicizia che va al di fuori dell'ambito calcistico. E' chiaro che quando l'ho chiamato si è sentito in obbligo di accompagnarmi, però lui ama talmente tanto questa piazza che stare lontano da Napoli già da 3-4 mesi per lui era troppo. Lui ha un ottimo rapporto con i calciatori, è attrezzato professionalmente, umanamente, per cui è stato un grande ritorno di un'utilità unica. Il possesso palla? Lo reputo un elemento chiave perchè avere la palla vuol dire che ci sono meno possibilità di prendere gol. Non mi piace il possesso palla sterile, io chiedo ai calciatori di verticalizzare appena c'è la possibilità. Abbiamo le qualità per fare questo tipo di gioco. Gli ho detto che qualunque errore è colpa mia, però gli dico di non preoccuparsi, di perseverare perchè è la strada giusta e ne abbiamo le qualità per farlo. Dov'ero la prima volta che mi ha chiamato De Laurentiis e che effetto mi ha fatto? Mi trovavo in Calabria perchè i miei genitori vivono lì, ho un fratello che vive lì, dovevo stare 4 giorni con loro perchè stiamo ristrutturando anche un appartamento e in quel momento mi trovavo sul lungomare, perchè ho l'abitudine di andare a camminare quasi tutte le mattine, aspettavo un peschereccio che rientrava con il pesce fresco, volevo comprare un po' di pesce e ho ricevuto la telefonata di un dirigente del Napoli e chiaramente non ho comprato il pesce. La telefonata è durata all'incirca 40 minuti, ascoltavo ma pensavo e non ho mai avuto il minimo dubbio di non accettare, anche perchè la comfort zone non fa per me. Io sono andato in Slovacchia, in un Paese che non conoscevo, per cui le sfide mi piacciono e poi il Napoli fa parte della mia vita, tornare a Napoli e provare a dare una mano al Napoli in questo momento per me era una grande cosa. Chi è la prima persona alla quale ho detto che sarei andato al Napoli? C'era mio fratello, stavo camminando con lui perchè siamo tutti e due sovrappeso. Ai miei genitori non ho detto niente fino alla sera perchè hanno una certa età, non volevo che si agitassero, il mio papà guarda il Napoli indipendentemente dalla mia presenza, ormai dal lontano 2014. Come li ho trovati? A livello mentale non era l'ideale, ma onestamente a me non interessa quello che è successo prima, abbiamo un Maradona sempre pieno, un Maradona che ci dà una mano e noi siamo in debito con loro in questa stagione, per cui ho detto che dobbiamo fare di tutto per fare un finale di stagione di grandissimo livello, dare soddisfazione in parte a questa città che se lo merita. Passaggio da secondo a primo allenatore? Non mi piace passare per il generale della situazione, nemmeno ora che sono primo allenatore. Cerco di instaurare un rapporto con i calciatori di onestà, chiaramente nel rispetto dei ruoli, però non voglio che percepiscano che in una stanza c'è un generale che li comanda. Devo portarli a capire che è importante anche per loro, perchè poi alla fine c'è un discorso egoistico che è quello che se facciamo bene tutti insieme, raggiungiamo l'obiettivo personale. e per fare bene tutti insieme c'è bisogno di sacrificio, di mettersi sotto, di  star bene insieme, di curare l'alimentazione, i minimi particolari e poi io sono il primo che quando c'è bisogno di staccare lo concedo perchè secondo me  è molto importante. Kvara? Parlando con Sinatti mi aveva fatto un po' il quadro di questo ragazzo. Ho trovato un ragazzo di una disponibilità unica, leggermente introverso, ma non più di tanto perchè dopo due-tre giorni l'ho visto scherzare e ridere con i compagni. E' un ragazzo che se non fa la prestazione è il primo che fa autocritica e questa cosa mi piace molto, è cresciuto tantissimo anche sotto l'aspetto tattico, sicuramente le prime prestazioni fatte da lui nella mia gestione non sono state all'altezza, ma parte della sua prestazione non positiva è colpa mia, perchè gli ho chiesto di fare cose nuove velocemente, tipo lui era abituato a fare una fase difensiva di rincorsa, io gliene chiedevo una preventiva in modo da fargli risparmiare anche energie. E' chiaro che sono concetti diversi, lui si è talmente focalizzato sulle mie richieste che ha perso di vista quali sono le sue qualità principali. Come è stata la prima volta che sono entrato al Maradona contro il Barcellona da allenatore? Venivo su dalla Calabria con la macchina a noleggio e sono entrato in tangenziale e ho tirato giù il finestrino, ho tirato un urlo perchè mi era salita talmente tanta adrenalina in mezzo al traffico per la gioia di essere a Napoli. Riesco ad essere abbastanza misurato quando entro allo stadio, però questa volta non è stata come sempre perchè so di avere una grande responsabilità di rappresentare una Regione e con me la mia famiglia che si rendeva conto che è una cosa importante per me. Nazionale slovacca? La fortuna è stata anche che abbiamo uno staff molto ampio, per cui i calciatori riusciamo a seguirli tranquillamente. Abbiamo 4-5 dubbi per quanto riguarda le convocazioni, ci stiamo concentrando sui giocatori che sono probabili. Per quanto riguarda le amichevoli, avevamo già preparato tutto, perchè da novembre abbiamo avuto il tempo di preparare gli avversari di marzo per le amichevoli, per cui  siamo stati anche fortunati che è capitata in un periodo questa occasione. Hamsik? Abbiamo creato un rapporto di stima reciproca perchè Marek è un introverso, parla poco ma comunica tanto con le gesta, con la postura. Io quei tipi di giocatori li ho sempre amati perchè non mi piacciono i giocatori che parlano tanto e lui è stato un leader nel silenzio. L'ho sempre stimato, lui ha sempre stimato me. La Slovacchia veniva da un periodo molto difficile e lui ha ottimi rapporti col presidente della Federazione, ricordo che ero a un distributore a fare benzina, ho ricevuto la sua chiamata, gli ho detto che ci avrei pensato e che l'avrei richiamato in serata. Finito di fare benzina sono montato in macchina e dopo cinque minuti l'ho richiamato e gli ho dato l'ok e gli ho chiesto di fissarmi un appuntamento, non ho aspettato la sera. Quanto mi ha aiutato avere Lobotka e Skriniar, due giocatori che già parlavano l'italiano? Mi hanno aiutato tantissimo, non tanto per la lingua ma per il comportamento, si sono messi subito a disposizione, hanno dato l'esempio e la nazionale slovacca è composta da giocatori di grandissimo spessore umano. Consiglierei sicuramente di andare a visitare la Slovacchia, sia agli sportivi ma anche a chi non piace lo sport. Mi manca il mare ma io vivo ad Arezzo e anche lì siamo lontani dal mare, a me piace la campagna, mi piace potare gli ulivi, curare il giardino e faccio una vita molto riservata. Non ho animali perchè ho una bambina piccola che ha paura, volevamo prendere un cane e poi non c'è mai nessuno a casa, sarebbe un impegno che non potremmo mantenere costantemente e non è giusto trascurare un animale. Sarri? L'ho conosciuto tramite un amico in comune, faceva il promotore finanziario. Avevo due spiccioli da parte e li ho dati a lui per la gestione, però finivamo sempre a parlare di calcio e mai di interessi, mai di business, era l'ultimo anno che giocavo a calcio, ero in una squadra di Eccellenza, lui quell'anno era senza squadra, è stato allontanato il nostro allenatore, hanno dato la squadra a me per due-tre partite, ma io volevo giocare e basta. E' stato contattato, è stato preso lui, abbiamo fatto un ottimo campionato, abbiamo finito molto bene la stagione, dalì è rimasto un rapporto ancora più saldo e poi qualche anno dopo mi ha chiesto di seguirlo e da lì è nato tutto il resto. Il Napoli? Ci pensa mia figlia a ricordarmi tutto questo, perchè mi dice che anche se siamo lontani almeno riesce a vedermi in tv, sui giornali tutti i giorni perchè sono l'allenatore del Napoli. Mia figlia me lo ricorda e mi fa capire la grandezza di essere l'allenatore di questa città. Vivo in albergo, nella zona di Pozzuoli per una questione di comodità, mi accorcia i tempi per arrivare al centro sportivo, ho tanti amici ristoratori dove sono molto abitudinario per cui faccio le solite cose che ho già fatto nei 4 anni passati: centro sportivo, albergo- casa e poi a cena da questi ristoratori amici miei. Se è più soddisfacente fare il primo allenatore? Ho fatto per 15 anni l'assitente e quel lavoro mi gratificava tanto, penso che se sono arivato ora, il destino ha voluto così, ma non rimpiango di non esserci arrivato prima, perchè quello che facevo prima mi dava tanta soddisfazione. Sogno di andare avanti in Champions? E' chiaro che andare avanti in Champions è importante per mille motivi. Chi fa il mio mestiere sogna di esserci, andiamo lì a giocarcela a viso aperto perchè è nella nostra e nella mia mentalità. Dobbiamo fare di tutto per raggiungere l'obiettivo, dobbiamo uscire dal campo senza avere rimpianti. Iniziali "CC" sulla mia tuta? Ho sempre avuto "FC" a Napoli, ma c'è un mio collaboratore, secondo preparatore, che si chiama Francesco Cacciapuoti ed è "FC" anche lui per cui i magazzinieri hanno deciso Ciccio Calzona. A me va bene, mi chiamano tutti Ciccio, non è un problema".

 

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di Napoli Magazine

11/03/2024 - 13:30

NAPOLI - Francesco Calzona, allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Cronache di Spogliatoio. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine": "Dov'ero quando mi ha chiamato De Laurentiis? Sul lungomare, aspettavo un peschereccio che rientrava per il pesce fresco, volevo comprare un po' di pesce ed ho ricevuto la telefonata di un dirigente del Napoli. Chiaramente non ho comprato il pesce. Non ho mai avuto il minimo dubbio, la comfort zone non fa per me. Il Napoli fa parte della mia vita, tornare a Napoli e provare a dare una mano al Napoli in questo momento per me era una grande cosa. Venivo su dalla Calabria con la macchina a noleggio, ho tirato giù il finestrino e ho tirato un urlo perchè mi era salita talmente tanta adrenalina per la gioia di essere al Napoli. Se essere già conosciuto da gran parte dello spogliatoio mi ha aiutato ad avere subito  fiducia e rispetto? Può aiutare senza dubbio, ma poi per ottenere rispetto devi dare rispetto, indipendentemente se sei il 'capo'. La mia filosofia è questa, io ho iniziato a dare dal primo giorno rispetto a loro e loro hanno risposto allo stesso modo dal primo allenamento che abbiamo fatto. Sinatti? E' un grandissimo professionista, penso che sia uno dei migliori in circolazione in questo momento, oltretutto lui ha battezzato mia figlia, siamo amici di vecchia data, abbiamo un'amicizia che va al di fuori dell'ambito calcistico. E' chiaro che quando l'ho chiamato si è sentito in obbligo di accompagnarmi, però lui ama talmente tanto questa piazza che stare lontano da Napoli già da 3-4 mesi per lui era troppo. Lui ha un ottimo rapporto con i calciatori, è attrezzato professionalmente, umanamente, per cui è stato un grande ritorno di un'utilità unica. Il possesso palla? Lo reputo un elemento chiave perchè avere la palla vuol dire che ci sono meno possibilità di prendere gol. Non mi piace il possesso palla sterile, io chiedo ai calciatori di verticalizzare appena c'è la possibilità. Abbiamo le qualità per fare questo tipo di gioco. Gli ho detto che qualunque errore è colpa mia, però gli dico di non preoccuparsi, di perseverare perchè è la strada giusta e ne abbiamo le qualità per farlo. Dov'ero la prima volta che mi ha chiamato De Laurentiis e che effetto mi ha fatto? Mi trovavo in Calabria perchè i miei genitori vivono lì, ho un fratello che vive lì, dovevo stare 4 giorni con loro perchè stiamo ristrutturando anche un appartamento e in quel momento mi trovavo sul lungomare, perchè ho l'abitudine di andare a camminare quasi tutte le mattine, aspettavo un peschereccio che rientrava con il pesce fresco, volevo comprare un po' di pesce e ho ricevuto la telefonata di un dirigente del Napoli e chiaramente non ho comprato il pesce. La telefonata è durata all'incirca 40 minuti, ascoltavo ma pensavo e non ho mai avuto il minimo dubbio di non accettare, anche perchè la comfort zone non fa per me. Io sono andato in Slovacchia, in un Paese che non conoscevo, per cui le sfide mi piacciono e poi il Napoli fa parte della mia vita, tornare a Napoli e provare a dare una mano al Napoli in questo momento per me era una grande cosa. Chi è la prima persona alla quale ho detto che sarei andato al Napoli? C'era mio fratello, stavo camminando con lui perchè siamo tutti e due sovrappeso. Ai miei genitori non ho detto niente fino alla sera perchè hanno una certa età, non volevo che si agitassero, il mio papà guarda il Napoli indipendentemente dalla mia presenza, ormai dal lontano 2014. Come li ho trovati? A livello mentale non era l'ideale, ma onestamente a me non interessa quello che è successo prima, abbiamo un Maradona sempre pieno, un Maradona che ci dà una mano e noi siamo in debito con loro in questa stagione, per cui ho detto che dobbiamo fare di tutto per fare un finale di stagione di grandissimo livello, dare soddisfazione in parte a questa città che se lo merita. Passaggio da secondo a primo allenatore? Non mi piace passare per il generale della situazione, nemmeno ora che sono primo allenatore. Cerco di instaurare un rapporto con i calciatori di onestà, chiaramente nel rispetto dei ruoli, però non voglio che percepiscano che in una stanza c'è un generale che li comanda. Devo portarli a capire che è importante anche per loro, perchè poi alla fine c'è un discorso egoistico che è quello che se facciamo bene tutti insieme, raggiungiamo l'obiettivo personale. e per fare bene tutti insieme c'è bisogno di sacrificio, di mettersi sotto, di  star bene insieme, di curare l'alimentazione, i minimi particolari e poi io sono il primo che quando c'è bisogno di staccare lo concedo perchè secondo me  è molto importante. Kvara? Parlando con Sinatti mi aveva fatto un po' il quadro di questo ragazzo. Ho trovato un ragazzo di una disponibilità unica, leggermente introverso, ma non più di tanto perchè dopo due-tre giorni l'ho visto scherzare e ridere con i compagni. E' un ragazzo che se non fa la prestazione è il primo che fa autocritica e questa cosa mi piace molto, è cresciuto tantissimo anche sotto l'aspetto tattico, sicuramente le prime prestazioni fatte da lui nella mia gestione non sono state all'altezza, ma parte della sua prestazione non positiva è colpa mia, perchè gli ho chiesto di fare cose nuove velocemente, tipo lui era abituato a fare una fase difensiva di rincorsa, io gliene chiedevo una preventiva in modo da fargli risparmiare anche energie. E' chiaro che sono concetti diversi, lui si è talmente focalizzato sulle mie richieste che ha perso di vista quali sono le sue qualità principali. Come è stata la prima volta che sono entrato al Maradona contro il Barcellona da allenatore? Venivo su dalla Calabria con la macchina a noleggio e sono entrato in tangenziale e ho tirato giù il finestrino, ho tirato un urlo perchè mi era salita talmente tanta adrenalina in mezzo al traffico per la gioia di essere a Napoli. Riesco ad essere abbastanza misurato quando entro allo stadio, però questa volta non è stata come sempre perchè so di avere una grande responsabilità di rappresentare una Regione e con me la mia famiglia che si rendeva conto che è una cosa importante per me. Nazionale slovacca? La fortuna è stata anche che abbiamo uno staff molto ampio, per cui i calciatori riusciamo a seguirli tranquillamente. Abbiamo 4-5 dubbi per quanto riguarda le convocazioni, ci stiamo concentrando sui giocatori che sono probabili. Per quanto riguarda le amichevoli, avevamo già preparato tutto, perchè da novembre abbiamo avuto il tempo di preparare gli avversari di marzo per le amichevoli, per cui  siamo stati anche fortunati che è capitata in un periodo questa occasione. Hamsik? Abbiamo creato un rapporto di stima reciproca perchè Marek è un introverso, parla poco ma comunica tanto con le gesta, con la postura. Io quei tipi di giocatori li ho sempre amati perchè non mi piacciono i giocatori che parlano tanto e lui è stato un leader nel silenzio. L'ho sempre stimato, lui ha sempre stimato me. La Slovacchia veniva da un periodo molto difficile e lui ha ottimi rapporti col presidente della Federazione, ricordo che ero a un distributore a fare benzina, ho ricevuto la sua chiamata, gli ho detto che ci avrei pensato e che l'avrei richiamato in serata. Finito di fare benzina sono montato in macchina e dopo cinque minuti l'ho richiamato e gli ho dato l'ok e gli ho chiesto di fissarmi un appuntamento, non ho aspettato la sera. Quanto mi ha aiutato avere Lobotka e Skriniar, due giocatori che già parlavano l'italiano? Mi hanno aiutato tantissimo, non tanto per la lingua ma per il comportamento, si sono messi subito a disposizione, hanno dato l'esempio e la nazionale slovacca è composta da giocatori di grandissimo spessore umano. Consiglierei sicuramente di andare a visitare la Slovacchia, sia agli sportivi ma anche a chi non piace lo sport. Mi manca il mare ma io vivo ad Arezzo e anche lì siamo lontani dal mare, a me piace la campagna, mi piace potare gli ulivi, curare il giardino e faccio una vita molto riservata. Non ho animali perchè ho una bambina piccola che ha paura, volevamo prendere un cane e poi non c'è mai nessuno a casa, sarebbe un impegno che non potremmo mantenere costantemente e non è giusto trascurare un animale. Sarri? L'ho conosciuto tramite un amico in comune, faceva il promotore finanziario. Avevo due spiccioli da parte e li ho dati a lui per la gestione, però finivamo sempre a parlare di calcio e mai di interessi, mai di business, era l'ultimo anno che giocavo a calcio, ero in una squadra di Eccellenza, lui quell'anno era senza squadra, è stato allontanato il nostro allenatore, hanno dato la squadra a me per due-tre partite, ma io volevo giocare e basta. E' stato contattato, è stato preso lui, abbiamo fatto un ottimo campionato, abbiamo finito molto bene la stagione, dalì è rimasto un rapporto ancora più saldo e poi qualche anno dopo mi ha chiesto di seguirlo e da lì è nato tutto il resto. Il Napoli? Ci pensa mia figlia a ricordarmi tutto questo, perchè mi dice che anche se siamo lontani almeno riesce a vedermi in tv, sui giornali tutti i giorni perchè sono l'allenatore del Napoli. Mia figlia me lo ricorda e mi fa capire la grandezza di essere l'allenatore di questa città. Vivo in albergo, nella zona di Pozzuoli per una questione di comodità, mi accorcia i tempi per arrivare al centro sportivo, ho tanti amici ristoratori dove sono molto abitudinario per cui faccio le solite cose che ho già fatto nei 4 anni passati: centro sportivo, albergo- casa e poi a cena da questi ristoratori amici miei. Se è più soddisfacente fare il primo allenatore? Ho fatto per 15 anni l'assitente e quel lavoro mi gratificava tanto, penso che se sono arivato ora, il destino ha voluto così, ma non rimpiango di non esserci arrivato prima, perchè quello che facevo prima mi dava tanta soddisfazione. Sogno di andare avanti in Champions? E' chiaro che andare avanti in Champions è importante per mille motivi. Chi fa il mio mestiere sogna di esserci, andiamo lì a giocarcela a viso aperto perchè è nella nostra e nella mia mentalità. Dobbiamo fare di tutto per raggiungere l'obiettivo, dobbiamo uscire dal campo senza avere rimpianti. Iniziali "CC" sulla mia tuta? Ho sempre avuto "FC" a Napoli, ma c'è un mio collaboratore, secondo preparatore, che si chiama Francesco Cacciapuoti ed è "FC" anche lui per cui i magazzinieri hanno deciso Ciccio Calzona. A me va bene, mi chiamano tutti Ciccio, non è un problema".